martedì 2 marzo 2010

La radiolina da portacenere

Vi propongo un interessante articolo del Corriere della Sera sulla storia dell'azienda Autovox. Ricordate la mitica Autovox modello Piper di cui tra l'altro sono un fiero possessore?
Era la radiolina tanto piccola da poter entrare nello spazio occupato dal portacenere del Cinquino (cfr la foto).


L'azienda Autovox ha rappresentato un'altra fetta del nostro Made in Italy industriale in grado di precorrere l'evoluzione tecnologica anni 70 ma che il malcostume della politica italiana di allora non seppe affatto gestire.


INDUSTRIA . CON LA FINE DELLA " CASSA " PER I 234 LAVORATORI, L' ATTO DI MORTE DELL' AZIENDA DI VIA SALARIA
L' agonia dell' Autovox, cinquant' anni di fatti e misfatti romani
------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ INDUSTRIA . Con la fine della "cassa" per i 234 lavoratori, l' atto di morte dell' azienda di via Salaria TITOLO: L' agonia dell' Autovox, cinquant' anni di fatti e misfatti romani - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - di ROBERTO DELLA ROVERE
Finira' il 14 giugno con la cessazione della cassa integrazione per i 234 lavoratori, la lunghissima agonia dell' Autovox di via Salaria. Sara' l' atto di morte ufficiale (da anni la fabbrica e' uno scatolone vuoto, oggetto di trattative per farne un centro commerciale) di una delle aziende "storiche" dell' industria romana: protagonista nel bene e nel male, di un "pezzo" di storia industriale e sindacale della citta' . Una storia che prende avvio agli inizi degli anni ' 30 quando Giordano Bruno Verdesi, affascinato dal nascente mondo della radio, fonda la sua prima creatura, che chiama "Industria audiotecnica italiana". E quando propone il primo esemplare di autoradio . uno scatolone ingombrante e gracchiante . la novita' suscita al piu' qualche curiosita' . Si addensa intanto la bufera sull' Europa: cosi' accantonata l' idea dell' autoradio "civile", il giovane imprenditore si trova proprietario di uno stabilimento per la fabbricazione di guerra. Ma l' 8 settembre, con l' occupazione tedesca, non risparmia neppure la sua fabbrica: le autorita' germaniche mettono i sigilli, proibiscono ogni produzione. La pace ritrova Verdesi senza piu' nulla, salvo il vecchio sogno dell' autoradio. E Giordano Bruno ricomincia da capo: inizia di nuovo lo studio di quelli che ancora si chiamano "ricevitori per auto", perfeziona le tecnologie, inizia una produzione su scala industriale. Siamo al 1953: vengono acquistati dei capannoni sulla via Salaria e qui, in questa terra rubata al pascolo di buoi e pecore, nasce l' Autovox. Vittorio Valletta, in questi anni "nume" indiscusso della Fiat, non si fa sfuggire la novita' , le autoradio romane conquistano i mercati. Nel frattempo si e' affacciato un altro protagonista: il televisore. Ed e' ancora l' Autovox a conquistare i mercati. Nel ' 69 e nel ' 70 il clima dentro l' azienda si fa pesante: scioperi, proteste, anche qualche azione di sabotaggio. L' oramai cavaliere del lavoro Bruno Verdesi, decide di passare la mano: non prima di aver assicurato . cosi' almeno crede . l' avvenire della fabbrica e dei 2.700 lavoratori cedendola all' americana "Motorola". La fabbrica e' sana: gia' pronta perfino al Tv color, in anticipo su francesi e tedeschi. Ma i politici gia' si allenano a "Tangentopoli": e sul Tv color inizia un assurdo balletto di veti incrociati. Gli stessi americani, capita l' antifona, mollano l' osso. Nell' 83, a sorpresa, l' Autovox viene comperata da Franco Cardinali, fino allora sconosciuto imprenditore di Terni. La situazione dell' azienda appare gia' compromessa, ma Cardinali va avanti, fonda un' altra societa' , la "Nuova Autovox". Confida in un finanziamento di 40 miliardi da parte della Rel, la finanziaria pubblica creata per salvare le aziende elettroniche in crisi. E lo ottiene assieme al 46% delle azioni. Di suo ha messo solo 500 milioni. Si grida allo scandalo, nasce una commissione d' inchiesta composta di tre saggi: manco a dirlo, non si conclude nulla. Quel che segue in una serie incredibile di intrecci proprietari e giudiziari, potrebbe essere riportato in un manuale del malcostume politico amministrativo. E nell' agosto dell' 88 si giunge al fallimento e alla nomina di un commissario straordinario, il professor Riccardo Gallo. Inizia una serie infinita di tentativi di liquidazione, tutti vani. Spes ultima dea: ora i sindacati affermano che "in questi ultimi due mesi rimane ancora una possibilita' di vendita dello stabilimento con la ricollocazione di una parte dei lavoratori". Ma sembra una pietosa bugia: l' unica prospettiva per i lavoratori rimasti e' , ammettono gli stessi sindacati, un progetto di lavori socialmente utili. Si attende insomma una mano tesa dal Campidoglio.

Della Rovere Roberto

Pagina 41
(10 aprile 1996) - Corriere della Sera

Poi c'era anche la ditta Voxson con il suo modello di autoradio minimalista "Tanga". Link al commento di uno degli ultimi tecnici ad aver lavorato in questa azienda prima della chiusura definitiva ( tratto dal blog www.radiobakelite.com ).
Un esemplare di Voxson Tanga FM l'ho trovata su ebay e l'ho montata sulla mia Fiat 500 L (Grande Puffo Puff500).
La confezione completa di un'autoradio Voxson Tanga conteneva un supporto di aggancio al cruscotto, tutti i cablaggi con fusibile di vetro e due radioline estraibili con guaina in similpelle nera, una radiolina rossa per le frequenza AM e una verde, come quella in mio possesso, per le frequenze FM.
Pensate che la Voxson Tanga era un progetto di Bertone , un altro grande nome del design italiano anni 60-70.

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